L'abitudine è una cosa devastante, riduce la vita alla stregua di un elettrocardiogramma piatto: nessun impulso, nessuna spinta.
Eppure uno si sente bene, al sicuro, quando è chiuso nel cerchio delle sue abitudini.
Sì, diciamolo:è confortevole percorrere sempre la stessa strada e sapere esattamente cosa e chi ci sarà tra un paio di metri...la stessa scena vissuta all'infinito.
Eppure, se poi ti fermi a pensare a questa cosa, ti rendi conto che è di una tristezza unica...quante cose ti sei perso e ti stai perdendo?
Se quella volta avessi avuto il coraggio di rischiare, di metterti in gioco, come sarebbe cambiata la tua vita?
Certe abitudini sono così radicate in noi che oramai non ci facciamo nemmeno più caso. Non solo il modo di agire è abitudinario, ma anche il modo di pensare: si ragiona per schemi fissi, stereotipi che chissà chi ha concepito.
Siamo abituati ad arrivare fino ad un certo punto, ma poi, raggiunto il nostro confine, ci blocchiamo impedendo a noi stessi di fare quel passo in più che ci porterebbe oltre.
Dovremmo imparare a superare le nostre personali "colonne d'Ercole" e scoprire quindi il vasto mondo di possibilità che si cela dietro a loro.
Iniziamo dalle piccole cose della nostra quotidianità, cerchiamo di spingerci quel passo in più oltre al solito confine.
Uscire dall'abitudine non è semplice, ma significa darsi un'opportunità, quella che spesso neghiamo a noi stessi perchè temiamo di farci del male.
Sì, diciamolo:è confortevole percorrere sempre la stessa strada e sapere esattamente cosa e chi ci sarà tra un paio di metri...la stessa scena vissuta all'infinito.
Eppure, se poi ti fermi a pensare a questa cosa, ti rendi conto che è di una tristezza unica...quante cose ti sei perso e ti stai perdendo?
Se quella volta avessi avuto il coraggio di rischiare, di metterti in gioco, come sarebbe cambiata la tua vita?
Certe abitudini sono così radicate in noi che oramai non ci facciamo nemmeno più caso. Non solo il modo di agire è abitudinario, ma anche il modo di pensare: si ragiona per schemi fissi, stereotipi che chissà chi ha concepito.
Siamo abituati ad arrivare fino ad un certo punto, ma poi, raggiunto il nostro confine, ci blocchiamo impedendo a noi stessi di fare quel passo in più che ci porterebbe oltre.
Dovremmo imparare a superare le nostre personali "colonne d'Ercole" e scoprire quindi il vasto mondo di possibilità che si cela dietro a loro.
Iniziamo dalle piccole cose della nostra quotidianità, cerchiamo di spingerci quel passo in più oltre al solito confine.
Uscire dall'abitudine non è semplice, ma significa darsi un'opportunità, quella che spesso neghiamo a noi stessi perchè temiamo di farci del male.
technorati tags: abitudine, vita, confini, superare, cambiare
4 commenti:
Hi, Olimpia!
My Italian is not good enough to understand this post, I confess (Is it about leaving bad habits behind?). Nevertheless I'm passing by to notify you that I've put up a link to you on my sidebar. I hope you don’t mind. Actually, I don’t link everyone, only blogs/bloggers I like, from all over the world. Since I had no one from Italy…
Hugs from Portugal!
ciao olimpia!
purtroppo non è facile...non tutti abbiamo la capacità di sfidare la sorte attraversando le "colonne d'Ercole"...a noi piace stare al sicuro, giocare facile..quindi restare nelle nostre abitudini!
Ti sembrerà strano..ma io credo ke qsta è un'abitudine soprattutto di noi italiani..e se è vero, è una cosa su cui pensarci..
ciao e buon fine settimana :)
Hai ragione al 100%. Addirittura c'è una base scientifica che sostiene che ogni qualvolta si ripetono le stesse cose (cioè si è abitudinari) muoiono moltissimi neuroni (cellule del Sistema Nervoso Centrale) e viceversa se invece si è "innovativi". Per fare un esempio: se alla mattina per andare al lavoro o allo studio si possono scegliere più strade diverse per arrivarci è bene cambiare percorso ogni giorno, così il cervello non si abitua ad una sola situazione che legge come standard. E' questione di allenamento in pratica: se tu non alleni il fisico non puoi pretendere di andare a giocare a calcio (esempio) ed essere il migliore in campo. Dopo 5 min "muori". Lo stesso per il cervello: se non è allenato a situazioni nuove si "affloscia" e i segni dell'afflosciamento sono le morti neuronali. Questo per tutte le situazioni della vita. Se volete crearvi migliaia di neuroni nuovi, provate ogni tanto a farvi la doccia ad occhi chiusi, non sto scherzando. Quando non si vede, il cervello è costretto e decodificare molteplicità di messaggi in più che con la vista son già belli delineati e per farlo crea nuovi neuroni cioè nuove cellule del SNC come visto. Potrei farvi altri esempi ma penso si capisca. Ciao
@ Cochise: Hi Cochise! The post is about habits in general...I say that they are not a good thing....that we could leave habits in order to grow...
I'm very happy that you have added me among your links, I've added you too.
Have a nice weekend!!!!
@ Caramon: Ciao Caramon, in effetti noi italiani forse siamo davvero troppo abitudinari...ma non conosco così profondamente le altre culture per poter dire che non lo siano anche gli altri....Di sicuro il legame profondo che abbiamo con la famiglia d'origine, che abbandoniamo solo in tarda età (vuoi per scelta, vuoi per mancanza di mezzi), ci lega ancor più alle abitudini....
@ Matteo: Caro Matteo, le tue informazioni sono davvero preziose!!! Io non ne sapevo nulla di questo deterioramento celebrale legato alle abitudini!!! Grazie per aver condiviso qui le tue conoscenze in merito all'argomento!!!
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