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mercoledì 3 ottobre 2007

Zazen

Per praticare la meditazione zazen ci sediamo rivolti verso il muro, uno accanto all’altro, con i glutei che poggiano sui talloni, le ginocchia ad una distanza pari alla lunghezza dell’avambraccio, la mano destra che raccoglie la sinistra e i pollici che si congiungono con una leggera pressione formando un ovale, come se dovessero sostenere un foglio di carta. Le mani sono poggiate alla base dell’addome. La schiena è diritta. Il bacino è ruotato verso l’esterno (idealmente il sacro tende al cielo). Il mento è un po’ rientrante e questo fa sì che la parte posteriore della nuca tenderà verso l’alto. Questo permette alla schiena di allungarsi. Lo sguardo poggia sul pavimento a circa mezzo metro di distanza in avanti, senza fissarsi su un punto specifico, in modo da formare un angolo di 45 gradi con il pavimento. La bocca è leggermente aperta.

Ci sono diverse posizioni in cui si può praticare lo Zazen. Questa è quella che utilizziamo nel nostro dojo.

Durante la meditazione si respira con la pancia, non vi è nulla che si deve fare, solamente mettersi lì e stare in attesa, sentire come respira il proprio corpo.

Questo significa che non si deve nemmeno pensare, anzi, i pensieri sarebbero proprio da evitare del tutto!!!

Uso il condizionale perché, a parte la postura da mantenere, il non pensare è la cosa più difficile da raggiungere.

Si dice che solitamente nello Zazen si passano tre fasi:
- il pensare;
- il pensare di non pensare;
- il non pensare.

Nel nostro dojo, prima di iniziare ogni lezione di shiatsu, pratichiamo 20 minuti di Zazen.

Quando pratico lo Zazen faccio sempre un’enorme fatica ad arrivare allo stadio del non pensare.
Molte volte non lo raggiungo proprio: sembra che i miei pensieri si presentino tutti lì insieme proprio al momento dello Zazen!!!

Praticando spesso, poi, subentra l’abitudine: i 20 minuti di meditazione passano velocissimi e succede che li trascorro lottando contro i miei pensieri, oppure seguendo i miei pensieri senza accorgermi che lo sto facendo!!!
Beh, lo so, in questi casi, magari dovrei aumentare il mio impegno… ^__^


Ieri sera sono ricominciate le lezioni nel dojo.
Erano quasi due mesi che non praticavo lo Zazen, da quando ero tornata dal corso di Tao Massage.
E’ stata davvero dura: i 20 minuti mi sono sembrati un’infinità, i pensieri non avevano nessuna intenzione di andarsene e i piedi piano piano hanno iniziato a trasformarsi in due blocchi di cemento!!!
Niente di nuovo, comunque…stadi già affrontati in altre meditazioni…

La cosa bella è stato il “sentire”, nel momento in cui la mia attenzione (pur distratta dai pensieri!!!) è andata al mio corpo, al suo respirare, ho percepito l’energia dei compagni che stavano ai miei fianchi…
E l’energia che pulsava dal mio hara e passava attraverso le mie mani ad ogni respiro….

Ogni volta questa cosa mi meraviglia e mi dà gioia nel sentirla…

Purtroppo è una cosa che non si può spiegare…non potrà mai restituire l’equivalente delle sensazioni vissute….è tutta da provare…

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venerdì 22 giugno 2007

I Tarocchi Zen di Osho

Conoscete i Tarocchi Zen di Osho?

Sono delle particolari carte, ideate proprio da Osho, che si possono consultare per capire alcune cose del proprio presente e delle situazioni che si stanno vivendo.

Nonostante il nome, non hanno niente a che fare con i tradizionali tarocchi, tanto che non sono carte che si leggono agli altri, ma ognuno le consulta per se stesso.

Ho scoperto queste carte per puro caso nel sito di Osho e ne sono rimasta affascinata perché ogni volta che le consulto (non spesso) mi danno indicazioni davvero utili e azzeccati proprio per ciò che sto vivendo.

Lo so, si può dire che tutto è adattabile e che interpretiamo ciò che leggiamo in base al nostro vissuto.
Ma io vi consiglio di provarci ugualmente, così, per gioco, proprio come ho fatto io.

Oggi ho consultato i Tarocchi Zen, ecco qui la carta più utile per me:

Il fulmine

Ciò che la meditazione fa lentamente, un bell'urlo del Maestro, inaspettato, in una situazione in cui il discepolo sta ponendo una domanda, e all'improvviso il Maestro balza in piedi e urla, o picchia il discepolo, o lo butta fuori dalla porta, o gli salta addosso...

Questi metodi non erano mai stati usati; furono frutto del puro genio creativo di Ma Tzu, che fece illuminare moltissime persone. A volte sembra ridicolo: getta fuori dalla finestra del secondo piano di una casa un uomo, venuto a chiedere su cosa meditare. E non solo Ma Tzu lo getta fuori dalla finestra, salta dopo di lui, gli cade addosso, si siede sul suo petto e gli chiede: "Hai capito?!"

E il poveretto risponde: "Sì", perché se dicesse di no potrebbe tornare a picchiarlo o chissà cos'altro farebbe. Gli basta: ha il corpo fratturato, e Ma Tzu, seduto sul petto gli chiede: "Hai capito?!" E di fatto quell'uomo ha compreso: è stato tutto così improvviso, istantaneo - non se lo sarebbe mai immaginato.

[Osho Isan: No Footprints in the Blue Sky Chapter 4]


Commento:

La carta mostra una torre che viene bruciata, distrutta, annientata. Un uomo e una donna si stanno lanciando non perché lo vogliano, ma perché non hanno scelta. Sullo sfondo si vede una figura trasparente, in meditazione: rappresenta la consapevolezza testimoniante.In questo momento potresti sentirti alquanto scombussolato, come se ti mancasse il terreno sotto i piedi. Il tuo senso di sicurezza è stato sfidato, e la tendenza naturale è cercare di aggrapparsi a qualsiasi cosa. Ma questo terremoto interiore è necessario e importantissimo se lasci che accada, emergerai dalle macerie più forte e disponibile a nuove esperienze. Dopo il fuoco, la terra è più compatta; dopo la tempesta, l'aria è limpida. Cerca di osservare la distruzione con distacco, quasi accadesse a qualcun altro. Di' di sì al processo, andandogli incontro.


Perchè questa è la mia carta?
Perchè sono nel pieno del terremoto interiore!!!!


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giovedì 24 maggio 2007

Lo shiatsu e la visione delle cose

Quando mi sono avvicinata allo shiatsu per la prima volta, ovvero quasi due anni fa, pensavo semplicemente di imparare una tecnica da utilizzare per fare massaggi, per aiutare le persone a migliorare il proprio equilibrio psicofisico.

Fin dall’adolescenza mi sono interessata a tutto ciò che poteva aiutarmi nella crescita personale, in particolare dal punto di vista energetico / spirituale.
La mia “iniziazione” era avvenuta con la lettura di Siddharta di Hermann Hesse e da lì non mi sono più fermata.Tuttavia, nonostante le molte letture, nonostante i consigli per vivere meglio che dispensavo a destra e a manca, non avevo ancora mai messo in discussione me stessa, almeno non in modo profondo.

Nel momento in cui misi piede per la prima volta nel dojo zen dove aveva luogo la scuola di shiatsu, percepii una forte energia ed uno strano benessere…mi bastò una sola lezione per capire che ero arrivata nel posto giusto per me.


Come dicevo prima, non avevo una conoscenza approfondita dello shiatsu…sapevo a mala pena che era una tecnica di massaggio che avviene attraverso la digitopressione (solo dopo ho scoperto che non si impiega solo la pressione delle dita).

Dopo le prime lezioni del corso, invece, capii che lo shiatsu poteva essere una via per conoscere meglio me stessa, per migliorare il mio modo di vivere e per portare avanti lo scopo che da sempre mi ero prefissa: crescere a livello spirituale.

Per diventare un’operatore shiatsu, infatti, non basta conoscere le tecniche di massaggio o i punti su cui intervenire, non basta nemmeno conoscere i meridiani energetici.

Per poter praticare lo shiatsu bisogna far propria la filosofia orientale (io che sto imparando lo “zen shiatsu” direi filosofia Zen), apprendere nozioni di Medicina tradizionale Cinese e cambiare quindi la visione delle cose che siamo abituati ad avere.

Durante la prima lezione il nostro maestro ci spiegò il significato del termine “shiatsu”: letteralmente significa “premere con le dita”, ma lui ci spiegò che significa “premere con amore” ed aveva ragione…perché imparare a praticare lo shiatsu significa imparare ad amare.



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