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giovedì 12 giugno 2008

Giugno, tempo di esami...

Si sa, giugno è di solito il mese degli esami scolastici, per chi si trova alla fine di un percorso di studi s'intende.

Ebbene, pure io sono alla fine del mio percorso di Shaitsu...fine terzo anno e tempo d'esami pure per me!!!

L'esame per diventare "shiatsuka" consiste in tre prove pratiche eseguite sulla stessa persona, una prova scritta e la consegna di una tesina.

Le varie prove si svolgono il venerdì sera nel nostro dojo...e quindi mi terranno impegnata per tutto il mese.

Venerdì scorso ho svolto la mia prima prova pratica.....un massaggio lungo un secolo!!!!

Ho cercato di lasciarmi andare, di seguire il mio intuito, il mio sentire l'altro ed agire quindi di conseguenza in base alla sua priorità.....

Sarà andata bene? Beh, ve lo saprò dire...ma non subito......perchè il nostro Maestro è solito consegnare i diplomi di fine corso all'inizio del terzo anno successivo e quindi mi toccherà aspettare fino al primo venerdì di Ottobre!!!

beh....nel frattempo.....incrociate le dita per me!!!

^__^

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lunedì 19 novembre 2007

La "genesi" taoista

Una delle prime cose che viene spiegata nel nostro corso di shiatsu è come si son generate le cose secondo la visione taoista. Di seguito provo a riportarvi quanto appreso, certe cose potrebbero non essere totalmente esatte (se magari non ho capito tutto bene...!).


All'inizio c'era il Wu-chi, cioè il vuoto. In esso non succede nulla: vi è un ipotetico equilibrio dove nulla si sposta, tutto è fermo.

Ad un certo punto, c'è una manifestazione, un primo movimento. Esso crea una suddivisione all'interno di quello che era il Wu-chi: forma un sopra e un sotto, una destra e una sinistra, uno yin e uno yang.

Questa dualità che si è quindi creata viene rappresentata dal Tai-chi (la trave portante).
Esso è diviso in due parti: il maschile (yang) e il femminile(yin). Nel maschile c'è un centro femminile e nel femminile c'è un centro maschile.
Il femminile è costituito da tutto ciò che è terreno, materiale; tende a trasformarsi.
Il maschile è invece rappresentato da ciò che è celeste, eterico; non tende a cambiare.

Una volta che si è compreso il Tai-chi, si ha lo strumento per capire qualsiasi manifestazione nel Wu-chi.

Dal Tai-chi vi è una prima suddivisione che genera i tre piani puri:
  • piano celeste;
  • piano terrestre;
  • piano umano.
Ognuno di essi ha un'energia pura, invariabile.

Tutte queste energie vanno ad arricchire i cinque elementi; acqua, legno, fuoco, terra, metallo. Ognuno di essi contiene un'energia che deriva da tutti e tre i piani puri.

Dalla fusione dei cinque elementi ha origine l'uomo.

Conoscere questa visione taoista è importante per chi pratica lo shiatsu, in quanto quando si tratta una persona, si dovrebbe essere come il Wu-chi.
Il Wu-chi è l'atteggiamento mentale che si deve cercare di raggiungere: qualsiasi cosa succeda, bisogna rimanere distaccati.
Si lascia il corpo sentire ciò che deve sentire, senza imporgli nulla, lo si lascia fare.
La mente quindi sta in ascolto, non pensa a nulla, non c'è morale.

Quando si tratta una persona bisognerebbe pulirsi da qualsiasi pensiero e idea.

Ciò che si sente può essere poi compreso alla luce del Tai-chi e dei cinque elementi.

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venerdì 9 novembre 2007

Il massaggio shiatsu

Molte persone non sanno cosa sia lo shiatsu e quando parli loro dei massaggi shiatsu li associano ad un qualcosa di rilassante.

Se poi parli con i ragazzi, questi colgono al volo la scusa di volersi fare un massaggio per provarci con te!!! Ma questa è un'altra storia... ;-)

Dicevo...è normale associare l'idea del massaggio a qualcosa di rilassante e benefico.
Nel caso dello shiatsu, però, bisogna considerare che esso mira ad equilibrare il nostro corpo portando nuovamente l'energia nei punti dove essa non scorre più perchè è bloccata.

Durante un massaggio shiatsu ogni corpo reagisce a suo modo, le reazioni possono variare da persona a persona, e non sono mai prevedibili.

Se vi è mancanza di energia in un punto / zona del corpo è perchè tale punto è stressato. C'è quindi una situazione che noi abbiamo affrontato senza superarla e perciò si trova ancora lì, nel nostro corpo.
Con lo shiatsu la persona viene messa nuovamente a contatto con tale situazione, al fine di fargliela davvero superare, liberando così l'energia bloccata.
Questo significa che chi riceve un trattamento shiatsu potrebbe rivivere momenti passati (anche recenti) e quindi riprovare lo stesso stato emotivo, oppure sentire dolore fisico nella zona trattata in quanto viene ripristinata la sensibilità in tale zona.

Succede che ci son persone che si aspettano un massaggio totalmente rilassante e invece si trovano ad essere messi davanti a se stessi, in contatto diretto con il proprio corpo e questo li spaventa.

Qualche giorno fa, ad esempio, ho fatto un massaggio ad una persona: trattando la sua pancia è emerso un dolore molto forte in una certa zona...
Alla fine del trattamento questa persona era fortemente arrabbiata con me e pure con il mio Maestro (che conosce)!!! Non capiva cosa le avevo fatto e soprattutto si chiedeva perchè le avevo fatto così male.
Ho cercato di farle capire che quel dolore era già in lei, io la ho solo messa nella condizione di percepirlo.
Non credo lo abbia capito...

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mercoledì 7 novembre 2007

Cos'è lo stress

Si dice che viviamo in una società stressata, che ha ritmi frenetici e poco tempo a disposizione.

Ma cos'è di preciso lo stress?
Io ho sempre pensato che lo stress fosse l'essere sotto pressione per qualcosa, l'accumularsi dei pensieri e delle preoccupazioni.

Quando ho iniziato la scuola di shiatsu, il nostro Maestro ci ha dato un'altra definizione di stress, più consona a farci percepire lo stress sul nostro corpo.
In pratica, lo stress sarebbe il periodo di tempo che intercorre tra il momento in cui si riceve uno stimolo e quello in cui il nostro corpo si adatta o meno a tale stimolo.
Più è lungo tale periodo, più lo stress diventa grande.

Quando riceviamo uno stimolo, anzichè basarci solamente su ciò che sentiamo con il corpo, cerchiamo di interpretare con la mente. Entrano così in campo le idee: dovete sapere che più crescono i pensieri, più decresce l'energia.

Succede spesso che le idee ci portano ad irrigidirci e si comincia a difendersi in maniera cronica da certe cose.
Nel momento in cui ci si irrigidisce, si sostituisce l'energia che c'era nella parte del corpo che è coinvolta, con un'idea.
Questo è dunque una causa frequente nella creazione di "vuoti" (kyo) nel nostro corpo.

Nelle zone stressate del corpo non arriva il respiro, o vi arriva solo parzialmente.

Vi sono diversi tipi di stress:
  • fisico: è causato da traumi fisici, ad esempio può manifestarsi a causa di un incidente, di percosse, ecc.;

  • chimico: è causato da ciò che si respira / mangia, dai farmaci, ecc.;

  • emotivo: causato da traumi di tipo emotivo, come ad esempio la morte di una persona, un abbandono, ecc.;

  • informativo: è relativo alle informazioni che ci arrivano dal Cielo e dalla Terra. Le energie che si spostano trovano le persone non sempre pronte ad accettarle e quindi diventano fonte di stress. Esempio di ciò sono il clima e le condizioni metereologiche.

Attraverso lo shiatsu si può intervenire sulle zone del corpo stressate per riportare in esse il respiro e quindi l'energia.

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martedì 6 novembre 2007

Chinesiologia applicata: prima lezione

Come forse vi ho spiegato qualche tempo fa, la scuola di shiatsu che frequento non appartiene a quelle che alla fine dei tre anni rilasciano un diploma riconosciuto dalla federazione nazionale, anche il percorso di studi si differenzia notevolmente da quelli tradizionali.

Il programma del terzo anno prevede l'apprendimento dei fondamenti della chinesiologia applicata e la loro integrazione con lo shiatsu.

Venerdì scorso, il Maestro ci ha introdotti alla chinesiologia spiegandoci come fare il test per valutare lo stato del muscolo sovraspinato, collegato al Vaso Concezione, e la tecnica per caricarlo, nel caso risulti scarico.

Io ho lavorato su un mio compagno di corso: il suo sovraspinato era scarico e così mi sono apprestata a mettere in pratica quanto appena spiegato dal nostro Maestro.

Senza entrare in dettagli troppo specifici, per ricaricare il muscolo si devono appoggiare i medi su due punti dell'occipite frontale e poi lavorare con l'intenzione.

E come si lavora con l'intenzione? Chiederete voi. Beh, non lo so di preciso...
Queste sono cose che forse non sono nemmeno spiegabili a parole: bisogna mettersi lì, provare e sentire...solo con la propria sensibilità si può capire qual'è il modo di lavorare.

Ricordo la prima volta che al corso ho messo le mani su una persona: il Maestro non ci ha spiegato cosa avremmo dovuto sentire, ha detto di appoggiare le mani e stare in ascolto. E così abbiam fatto...e in effetti si sente...cosa e come varia da persona a persona.

Tornando al lavorare con l'intenzione, il Maestro ci aveva detto che dovevamo essere per il nostro uke (colui che riceve) come una batteria, ovvero fornirgli quella qualità di energia di cui è scarico...naturalmente utilizzando l'intenzione!!!

Le persone con un sovraspinato scarico, hanno un basso livello di energia yin, quindi era questa la caratteristica da "trasferire" al nostro compagno.

Io ho fatto stendere uke e ho appoggiato i miei medi sui punti stabiliti. Poi ho iniziato a respirare insieme a lui in modo da entrare in empatia. Al contempo mi sono concentrata su quelle che sono le caratteristiche yin, ho cercato di sentirle in me, di visualizzarle in qualche modo e di trasferirle in lui...

Sotto alle mie dita sentivo "pulsare" e, cosa ancor più particolare, avevo la netta percezione di un flusso di energia che scorreva da me verso lui...
Anche il mio compagno, alla fine, mi ha detto di aver sentito questa energia che lo attraversava...

E' stata davvero un'esperienza molto intensa a cui fin'ora mi ero solo avvicinata...
Adesso devo provare, provare, provare, affinchè le mie percezioni si possano affinare e l'uso dell'intenzione migliori...

Probabilmente, alcuni di voi mi prenderanno per pazza o visionaria; io vi dico solo una cosa: provate prima di esprimere giudizi, perchè son cose che non si possono spiegare, ma solo sentire.

E a volte nemmeno si sentono se la percezione del nostro corpo è bassa o governata totalmente dalla mente...

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mercoledì 10 ottobre 2007

Cosa significa Shiatsu

Shiatsu è una parola giapponese composta da “shi” e “atsu” che letteralmente significa “premere con le dita”.

Andando però indietro con gli anni, si pensa che “shi” sia una contrazione del termine “shin” che ha un significato molto ampio, ma che si può riassumere nella parola “amore”.

Shiatsu, quindi, non significherebbe semplicemente premere con le dita, bensì “premere con amore”.

Ed è proprio in questa definizione che si racchiude l'atteggiamento che "tori" (colui che pratica lo shiatsu) dovrebbe avere nei confronti di "uke" (colui che riceve lo shiatsu).


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mercoledì 3 ottobre 2007

Zazen

Per praticare la meditazione zazen ci sediamo rivolti verso il muro, uno accanto all’altro, con i glutei che poggiano sui talloni, le ginocchia ad una distanza pari alla lunghezza dell’avambraccio, la mano destra che raccoglie la sinistra e i pollici che si congiungono con una leggera pressione formando un ovale, come se dovessero sostenere un foglio di carta. Le mani sono poggiate alla base dell’addome. La schiena è diritta. Il bacino è ruotato verso l’esterno (idealmente il sacro tende al cielo). Il mento è un po’ rientrante e questo fa sì che la parte posteriore della nuca tenderà verso l’alto. Questo permette alla schiena di allungarsi. Lo sguardo poggia sul pavimento a circa mezzo metro di distanza in avanti, senza fissarsi su un punto specifico, in modo da formare un angolo di 45 gradi con il pavimento. La bocca è leggermente aperta.

Ci sono diverse posizioni in cui si può praticare lo Zazen. Questa è quella che utilizziamo nel nostro dojo.

Durante la meditazione si respira con la pancia, non vi è nulla che si deve fare, solamente mettersi lì e stare in attesa, sentire come respira il proprio corpo.

Questo significa che non si deve nemmeno pensare, anzi, i pensieri sarebbero proprio da evitare del tutto!!!

Uso il condizionale perché, a parte la postura da mantenere, il non pensare è la cosa più difficile da raggiungere.

Si dice che solitamente nello Zazen si passano tre fasi:
- il pensare;
- il pensare di non pensare;
- il non pensare.

Nel nostro dojo, prima di iniziare ogni lezione di shiatsu, pratichiamo 20 minuti di Zazen.

Quando pratico lo Zazen faccio sempre un’enorme fatica ad arrivare allo stadio del non pensare.
Molte volte non lo raggiungo proprio: sembra che i miei pensieri si presentino tutti lì insieme proprio al momento dello Zazen!!!

Praticando spesso, poi, subentra l’abitudine: i 20 minuti di meditazione passano velocissimi e succede che li trascorro lottando contro i miei pensieri, oppure seguendo i miei pensieri senza accorgermi che lo sto facendo!!!
Beh, lo so, in questi casi, magari dovrei aumentare il mio impegno… ^__^


Ieri sera sono ricominciate le lezioni nel dojo.
Erano quasi due mesi che non praticavo lo Zazen, da quando ero tornata dal corso di Tao Massage.
E’ stata davvero dura: i 20 minuti mi sono sembrati un’infinità, i pensieri non avevano nessuna intenzione di andarsene e i piedi piano piano hanno iniziato a trasformarsi in due blocchi di cemento!!!
Niente di nuovo, comunque…stadi già affrontati in altre meditazioni…

La cosa bella è stato il “sentire”, nel momento in cui la mia attenzione (pur distratta dai pensieri!!!) è andata al mio corpo, al suo respirare, ho percepito l’energia dei compagni che stavano ai miei fianchi…
E l’energia che pulsava dal mio hara e passava attraverso le mie mani ad ogni respiro….

Ogni volta questa cosa mi meraviglia e mi dà gioia nel sentirla…

Purtroppo è una cosa che non si può spiegare…non potrà mai restituire l’equivalente delle sensazioni vissute….è tutta da provare…

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lunedì 1 ottobre 2007

Sesshin di apertura del Dojo

Ottobre, l’estate è definitivamente finita, il pensiero va a quanto sia stata breve e fugace, ma comunque bella…peccato che sia già finita!!!

Ma adesso è tempo di ricominciare, di riprendere i percorsi sospesi per la pausa estiva…

E così ieri ha riaperto anche il Dojo dove frequento la scuola di shiatsu.
Ha riaperto con una bella sesshin: ogni anno il Maestro presenta i corsi che si tengono (shiatsu e kung fu) in maniera diversa…

Bellissimo vedere gli allievi di kung fu concentrati nei loro combattimenti…

Sentire nuovamente la voce del Maestro e le sue parole già note, ma non ancora comprese del tutto…

Ogni anno si vedono facce nuove…chissà quali di esse rivedrò al corso…di sicuro alcune già so che non ci saranno, arrivate lì forse per pura curiosità oppure spaventate poi dalle parole del Maestro (“qui non si viene per ottenere, ma per imparare”, “qui imparerete a sentire e questo significa sentire meglio anche il dolore”).

Ad ogni modo, questa settimana riparto anch’io, con lo shiatsu: terzo anno, ultima tappa di questo percorso…anche se io sento di essere appena agli inizi del mio lungo cammino…

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venerdì 28 settembre 2007

Lo shiatsu e la fisica quantistica

Durante le superiori, ho capito di me una cosa fondamentale: non ero portata per le materie scientifiche!!!

Matematica, fisica e chimica proprio non mi andavano giù!!!
Eppure, quando in quinta la prof. fece qualche accenno alla fisica quantistica, ne rimasi affascinata…non ho mai approfondito l’argomento, ma sta di fatto che, proprio oggi, ho letto un interessante articolo di Patrizia Stefanini che parla di Shiatsu e fisica quantistica.

Dice Patrizia: “I costituenti dell’atomo sono configurazioni dinamiche che non esistono in quanto entità isolate ,ma in quanto parti interagenti di una inestricabile rete di interazioni.

Una “inestricabile rete di interazioni”: non è questo un modo stupendo di descrivere il sistema dei meridiani di Masunaga usato nello shiatsu?
In effetti l’attuale visione del mondo subatomico contiene in germe una visione di uomo e natura molto più evoluta, ove energia e materia non sono più entità separate, dove osservatore ed osservato non possono più essere separati, essendo essi stessi parte del fenomeno oggetto di studio.”

E continua poi dicendo: “L’effettiva rivoluzione avvenuta con la teoria di Einstein fu l’abbandono dell’idea secondo la quale spazio e tempo fossero grandezze con valore assoluto. La teoria di Einstein suggerisce che tali valori sono elementi di un linguaggio che viene usato da un osservatore per descrivere un ambiente. Quindi, come tali, relativi all’osservatore ed all’ambiente stesso. Sia i fisici moderni che i mistici orientali affermano che tutti i fenomeni in questo mondo di cambiamento e trasformazione sono dinamicamente connessi. Sono inoltre d’accordo nel sostenere che sia la struttura della natura che i fenomeni in essa osservati non sono altro che creazioni della mente umana, che misura e classifica. Maya è il nome che a tutto ciò viene dato dagli induisti, mentre i buddisti parlano di Avydia.
Quando pratichiamo lo Shiatsu basato sul sistema Masunaga, vogliamo contattare una qualità vibrazionale che ha la sua massima probabilità di espressione lungo percorsi suggeriti sulla mappa. In questo contesto non siamo vincolati alle quattro dimensioni spazio-temporali che regolano la realtà quotidiana o alle leggi classiche che regolano i fenomeni naturali. Possiamo anche svincolarci dal modello tradizionale Cinese, che, similmente al modello occidentale prima di Galileo e delle sue esperienze con il telescopio, colloca l’uomo al centro dell’Universo, tra Cielo e Terra. La visione di Masunaga non è più così antropocentrica. L’uomo è, nell’ Universo, uno degli infiniti corpi energetici interagenti tra loro.”

Voi che ne pensate delle analogie tra shiatsu e fisica quantistica?

Leggete l’articolo di Patrizia per intero e poi fatemi sapere!!!

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mercoledì 29 agosto 2007

Guarire con le mani

Quest’inverno, oltre alla scuola di shiatsu, ho seguito un corso che insegnava il metodo “Polarity", ovvero un metodo che insegna ad usare le mani per riportare il corpo alla giusta polarità.
Il corso si basava sul libro di Richard Gordon che in Italia non è più in stampa, ma che potete trovare su Amazon.

Quello che mi ha stupita inizialmente è stata la rapidità con cui i disturbi (come dolori alla schiena non dovuti a cause patologiche, mal di testa, ecc.) passavano immediatamente dopo l’applicazione di tale metodo.

Oggi ero al lavoro, fine pausa pranzo…un collega mi dice che ha mal di testa e che non può prendere farmaci perché poi deve andare dal dentista. Così gli propongo di affidarsi alle mie mani…lui, un po’ scettico, accetta e si siede.
Appoggio le mani sulla sua testa così come ho imparato al corso…finisco il mio “lavoro” in meno di dieci minuti…lui riapre gli occhi, dondola un po’ la testa per sciogliere il collo, mi guarda stupito e mi chiede “ma che magia hai fatto?”.
Il mal di testa si era alleviato notevolmente!!!

Non è la prima volta che sperimento questo metodo per far passare il mal di testa agli amici e normalmente funziona.

Tutto questo per dire che sarebbe così semplice star bene senza prender farmaci se solo avessimo le conoscenze!!!

Io consiglio a tutti di imparare questo metodo così semplice ed immediato. Non fa miracoli, ma può aiutare in molte cose…


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martedì 17 luglio 2007

Shiatsu e pianoforte

Io non so suonare il pianoforte e forse proprio per questo non ho mai pensato alle possibili analogie che ci sono tra il suonare questo strumento e la pratica dello shiatsu.


Ho letto però un articolo di Angelo Vullo che parla proprio di questo e in effetti si possono riscontrare alcune somiglianze…

Angelo inizia con il sottolineare la presenza di Yin e Yang già all’interno della parola “pianoforte” e poi continua tracciando i punti di paragone tra le due discipline.

  1. Innanzitutto piano e shiatsu hanno in comune l’energia che proviene dall’impiego del peso del corpo rilassato.

  2. Il piano è un soggetto e proprio come uké risente delle condizioni ambientali (il legno risente dei binomi caldo / freddo, secco / umido).

  3. Chi suona il piano non si limita ad eseguire una sequenza di battute, ma vi è un’interezza nell’esecuzione, più che avere memoria delle singole note si memorizza il movimento. Anche lo shiatsu ha una sua musica interna che unisce i singoli movimenti.

  4. La risonanza. Le note entrano in risonanza le une con le altre e ogni nota contiene un po’ delle altre note. Nello shiatsu entrare in risonanza con l’altro è una cosa molto importante.

  5. L’importanza dell’atteggiamento mentale. Se il pianista irrigidisce il suo fisico in certe posizioni per poter suonare le note, l’esecuzione ne risente. L’esperienza gli svela che uno spirito intenso si sposa meglio con una fisicità leggera. Facendo esperienza con lo shiatsu si impara la stessa cosa.
Potete leggere l’articolo originale nel sito di Messaggishiatsu.

Penso che quella descritta da Angelo non sia che una delle analogie possibili tra shiatsu e altre cose.
D’altronde se riuscissimo ad applicare sempre l’approccio dello shiatsu nella nostra quotidianità, sarebbe una gran cosa….

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venerdì 13 luglio 2007

Comunicazione olistica

Riflettendo sulla mia vita, sui percorsi che fin’ora ho seguito, la domanda che solitamente mi sorge è: come potrei coniugare il mio percorso di studi incentrato sulla comunicazione con i miei studi attuali riguardanti lo shiatsu?

Penso che sarebbe bello se potessi combinare insieme le due cose…
Oggi, forse, ho trovato la soluzione! Per caso, girando su Internet, mi sono trovata davanti al termine “comunicazione olistica?”
Sapete di cosa si tratta? Io non lo sapevo, così ho cercato un po’ di informazioni e in questo sito ho trovato la seguente definizione:

“La comunicazione olistica ha la missione di ampliare il repertorio di comunicazione individuale, dischiudere le potenzialità espressive personali nei diversi contesti (persuasione, dialogo, rapporto, informazione), aumentare la capacità di analisi empatica (capire gli altri) e la condizione bioenergetica dell'essere umano.

La vision della comunicazione olistica si ispira al tentativo (o forza motrice di fondo) di rimuovere le barriere tra "ciò che siamo" e "ciò che vorremmo essere", con un approccio che richiede allo stesso tempo umiltà (riconoscere di poter ancora crescere) e motivazione (volontà di crescere).

La comunicazione Olistica rappresenta:
  • una visione della comunicazione come azione "prodotta dalla persona"
  • una serie di strumenti utili per lo sviluppo personale e professionale
La comunicazione olistica "prodotta dalla persona" esige attenzione verso il comunicatore: la capacità di capire le proprie dinamiche interne precede la prestazione comunicativa. Esigere da se stesso una prestazione comunicativa senza avere coltivato i fattori interiori che la rendono possibile è deleterio sia per chi produce che per chi riceve l'azione del comunicare.

Il focus della comunicazione olistica è quindi sulla serie di strumenti che si possono attivare per aumentare la propria efficienza fisica e mentale in relazione ai compiti di comunicazione quotidiana o professionale.

La comunicazione olistica affronta le frontiere della comunicazione. Gli interventi di comunicazione olistica agiscono sia sulla prestazione esterna (output comunicativi) che sul terreno cognitivo e del funzionamento interiore.”

La cosa che mi ha colpito di più è che si accenna poi anche alla bioenergetica…questo vuol dire metter in relazione la comunicazione con altre conoscenze che io sto approfondendo!!!

Devo ammettere che nel mio cassetto vi è il sogno di lavorare nel settore della formazione personale, del coaching e di tutto ciò che vi è di affine.
In effetti, se una persona volesse diventare un buon comunicatore, certe conoscenze nel campo della bioenergetica e anche dello shiatsu stesso gli sarebbero più che utili per capire molte cose sui destinatari dei suoi messaggi….

Io, per ora, mi vedo distante dal lavorare in questo settore, ma la vita è imprevedibile e sono sicura che, se è destino, mi metterà sulla strada giusta per muovere i miei passi in questa direzione…
Anzi…mi sa che li sto già muovendo!!! ^__^


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lunedì 9 luglio 2007

Se passi, lascia un segno!

L'intento di questo blog è quello di diventare un luogo dove scambiare quattro chiacchiere su due temi a me molto cari: lo shiatsu e le tecnologie web…diciamo comunque più sullo shiatsu che altro…


Ogni giorno vedo che ci sono nuove visite, alcuni che son passati di qua mi hanno scritto e questo a me fa davvero tanto piacere.
Di tutti gli altri, invece, non ne so niente…quando guardo le statistiche di accesso mi chiedo chi ci sta dietro a quegli indirizzi IP che vedo…perché a me i numeri dicon poco, anzi, quasi nulla…a me interessa interagire con le persone…

.....Quindi.....
…Se sei su questo blog, forse è perché anche tu ti interessi di shiatsu, forse ci sei entrato per puro caso o seguendo una serie di link, o forse non è una semplice casualità….ad ogni modo, mi farebbe piacere se tu lasciassi un segno del tuo passaggio….scrivi un commento o un semplice ciao, io sarò contenta di leggerti!!!


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venerdì 6 luglio 2007

Shiatsu, bilancio di due anni

Ad una settimana dalla consegna del diploma del secondo anno di shiatsu, cerco di fare un bilancio di cosa sono stati per me questi due anni di scuola.


La sensazione che ho è quella di aver ancora molto da apprendere, di dover necessariamente riprendere in mano tutto quanto è stato spiegato fin’ora per farlo mio in modo profondo e di applicare il tutto nella pratica frequente.

Insomma, ho molto da fare….ma la cosa che mi rende felice, al momento, è vedere tutto ciò che è cambiato in me in questi due anni di corso…

Già, perché anche se non sono ancora diventata un’”esperta” nel massaggio shiatsu, almeno sono riuscita a lavorare su di me e a migliorare alcune cose nella mia vita.

Il percorso lo avevo già iniziato prima di iniziare la scuola, ma si può dire che essa mi abbia aiutato a portarlo avanti con più convinzione e quindi per certe cose ha velocizzato i tempi di maturazione.

Se mi guardo indietro negli anni vedo una persona completamente diversa da quella che sono oggi (ma forse tutti si vedono diversi, perché l’esperienza ci cambia sempre!!), e vedo l’impegno messo in questi ultimi due anni per realizzarmi, per seguire ciò che piace a me e non quello che soddisfa gli altri.

La vita stessa mi ha aiutata in questo, ho fatto esperienze che mi hanno portata a gestire direttamente attaccamenti e aspettative e a sentire in me come affrontarli nel giusto modo.

Non voglio entrare nei dettagli dei miei cambiamenti, perché sono cose mie e nemmeno tanto interessanti per gli altri, ma quello che so con certezza è che gioisco nel vedermi crescere un passo dopo l’altro, a fatica, ma sempre andando avanti…


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giovedì 28 giugno 2007

Consegna diploma 2° anno!

Ieri sera corso di shiatsu come ogni mercoledì, era l’ultima lezione dell’anno, l’ultima lezione del mio secondo anno…
Tutti si aspettavano la consegna dei diplomi, ma nessuno aveva pensato di trovarsi una verifica a sorpresa!!!
E invece, dopo i consueti venti minuti di meditazione ZaZen, il Maestro ha consegnato un foglio bianco a ciascuno e poi ad ognuno ha chiesto di parlare di una specifica corazza caratteriale (quelle trattate da Lowen, per intendersi).

Siamo rimasti tutti a bocca aperta, sembrava di essere tornati ai tempi della scuola con le verifiche a sorpresa!!!

E, alla fine, dopo la verifica è arrivato il momento della consegna dei diplomi….Ah, che bel momento!!!

Nell’aria si respirava l’emozione di tutti noi….

Il Maestro ci ha chiamati uno ad uno e prima di consegnare il diploma, come è sua consuetudine, dà alcune indicazioni sugli aspetti da migliorare, sui progressi fatti durante l’anno…insomma fa un po’ il bilancio della situazione di ognuno…

E’ davvero emozionante, dopo un anno intenso e impegnativo, essere al cospetto del tuo Maestro e sentirlo parlare di te, sentire che mira esattamente alle tue lacune senza che tu gli abbia mai detto nulla….

Eppure…lui sa….

L’anno scorso, alla consegna del diploma del primo anno, mi aveva suggerito alcune cose ed io ho provato a metterle in pratica e sono cresciuta, sono migliorata in quegli aspetti. Ora ho colto i nuovi suggerimenti e, anche questa volta, mi impegnerò per metterli in pratica, anche se non sarà facile…

…ma non c’è nulla di facile…sono le cose difficili che ci fanno crescere,
è il superare gli ostacoli, con tutte le difficoltà che ciò comporta, che ci fa maturare e diventare più consapevoli…

E così ho finito anche il secondo anno…è volato…quasi non ci credo…


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mercoledì 27 giugno 2007

Yin e Yang - Jitsu e Kyo


Tra i primi concetti che ho imparato alla scuola di Shiatsu vi sono quelli che riguardano la differenza tra lo Yin e lo Yang e in cosa consistono Jitsu (pieno) e Kyo (vuoto).

Non sono cose facili da apprendere in quanto non basta capire la definizione, ma bisogna farli propri, imparare a sentirli con il corpo.

In proposito ho trovato un post in un blog che parlava proprio di queste cose. Gli esempi che riporta sono semplici e chiari, ma non dà definizioni…
Qui sotto vi riporto una mia libera traduzione parziale del post. L’originale è in inglese e lo potete leggere qui

[…]
Yin e Yang sono un concetto semplice. Queste due parole descrivono la relazione che esiste tra le cose. Ad esempio come tra una goccia di pioggia ed uno tsunami: la goccia di pioggia è yin rispetto allo tsunami che è yang. Entrambi sono costituiti dall’acqua, la quale è yin rispetto al fuoco.
E cosa dire della fiamma di una candela e dell’incendio di una foresta? Entrambi sono fuoco, l’incendio sarebbe yang rispetto alla fiamma ma, paragonato al sole, è yin.
La cosa diventa più interessante quando si comparano elementi differenti: cosa considerereste yang comparando la fiamma con la goccia di pioggia? Cosa succederebbe se tutte le gocce unissero le forze e formassero una tempesta? Cosa sarebbe yin rendendo l’altro yang? La tempesta e l’incendio nella foresta? Provate a giocarci un po’. Potete mettere in relazione anche le persone che conoscete per vedere chi ha qualità più yin e chi più yang.

Yang è il lato illuminato della collina, quello che si trova esposto alla luce e al calore del sole; yin è l’altro lato, più freddo, all’ombra. E mentre il sole si muove attraverso il cielo o la terra gira sui suoi assi, la luce e il calore si spostano, illuminando le parti in ombra mentre si lasciano altre ombre dietro. Nel corso di un intero giorno lo yang si trasforma e diventa yin e lo yin diventa yang. Questa è la vita, no? Gli alti e i bassi, i dentro e i fuori e come essi colpiscono te o i tuoi clienti, dipende dalla percezione.
La pioggia potrebbe essere positiva per il contadino, ma negativa se dovete fare un pic nic. Eppure è sempre la stessa pioggia.

Come Yin e Yang descrivono il flusso naturale della vita, Kyo e Jitsu descrivono le distorsioni che si verificano di volta in volta:
  • Kyo, parola che indica il vuoto, il bisogno, la perdita, spesso la ragione di fondo causa di una certa condizione.
  • Jitsu, più esagerato, più ovvio, spesso il sintomo.

Ad esempio, con il freddo gli occhi si arrossano, il naso gocciola e starnutisce; attività eccessiva se comparata con il non avere un raffreddore. Meno ovvio è l’inadeguatezza nel sistema immunitario che ti lascia mettere ciò al primo posto.
Kyo e Jitsu sono misure del gradi di squilibrio: un radiatore, ad esempio, ti mantiene caldo riscaldando la stanza. Io non chimaerei questo riscaldamento una condizione di Jitsu: è quello che fa il radiatore. Ovviamente, se il radiatore fosse rotto e perciò freddo anziché essere caldo, io sicuramente lo descriverei come Kyo.
In estate, l’essere spento e freddo è una condizione normale per il radiatore: nessuno squilibrio, perciò né jitsu né kyo. Cosa dire a proposito dell’aria condizionata?

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giovedì 24 maggio 2007

Lo shiatsu e la visione delle cose

Quando mi sono avvicinata allo shiatsu per la prima volta, ovvero quasi due anni fa, pensavo semplicemente di imparare una tecnica da utilizzare per fare massaggi, per aiutare le persone a migliorare il proprio equilibrio psicofisico.

Fin dall’adolescenza mi sono interessata a tutto ciò che poteva aiutarmi nella crescita personale, in particolare dal punto di vista energetico / spirituale.
La mia “iniziazione” era avvenuta con la lettura di Siddharta di Hermann Hesse e da lì non mi sono più fermata.Tuttavia, nonostante le molte letture, nonostante i consigli per vivere meglio che dispensavo a destra e a manca, non avevo ancora mai messo in discussione me stessa, almeno non in modo profondo.

Nel momento in cui misi piede per la prima volta nel dojo zen dove aveva luogo la scuola di shiatsu, percepii una forte energia ed uno strano benessere…mi bastò una sola lezione per capire che ero arrivata nel posto giusto per me.


Come dicevo prima, non avevo una conoscenza approfondita dello shiatsu…sapevo a mala pena che era una tecnica di massaggio che avviene attraverso la digitopressione (solo dopo ho scoperto che non si impiega solo la pressione delle dita).

Dopo le prime lezioni del corso, invece, capii che lo shiatsu poteva essere una via per conoscere meglio me stessa, per migliorare il mio modo di vivere e per portare avanti lo scopo che da sempre mi ero prefissa: crescere a livello spirituale.

Per diventare un’operatore shiatsu, infatti, non basta conoscere le tecniche di massaggio o i punti su cui intervenire, non basta nemmeno conoscere i meridiani energetici.

Per poter praticare lo shiatsu bisogna far propria la filosofia orientale (io che sto imparando lo “zen shiatsu” direi filosofia Zen), apprendere nozioni di Medicina tradizionale Cinese e cambiare quindi la visione delle cose che siamo abituati ad avere.

Durante la prima lezione il nostro maestro ci spiegò il significato del termine “shiatsu”: letteralmente significa “premere con le dita”, ma lui ci spiegò che significa “premere con amore” ed aveva ragione…perché imparare a praticare lo shiatsu significa imparare ad amare.



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Benvenuti!

Questo blog vuol essere un luogo in cui parlare apertamente dello shiatsu, della vita, della crescita personale, delle vie da seguire per migliorare noi stessi e le nostre relazioni con gli altri, ma non solo....qui si parlerà anche di tecnologia e web....l'altra mia grande passione!!!


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