lunedì 14 aprile 2008

Alla ricerca della locanda Almayer...

La locanda Almayer «… aveva quella bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto (…) Posata sulla cornice ultima del mondo, a un passo dalla fine del mare, la locanda Almayer lasciava che il buio, anche quella sera, ammutolisse a poco a poco i colori dei suoi muri: e della terra tutta e dell’oceano intero»
[Oceano Mare – Alessandro Baricco]



Camminavo per la spiaggia,
il sole al tramonto, nessuno a parte me e il dolce infrangersi delle onde…

Calma nei colori del cielo, piedi che affondano nella sabbia umida…

E lo sguardo perso all’orizzonte dove cielo e mare si baciano,

occhi che disperatamente cercano la locanda Almayer…

…il posto ideale per chi vuole perdersi, lasciarsi tutto alle spalle per cercare qualcosa che è altro, qualcosa che non esiste, ma che inevitabilmente ti porta dentro te, proprio in quel punto in cui o riparti o ti infrangi…come le onde del mare….

Parole, pensieri, lacrime, sospiri…e poi….

E poi solo la calma….la quiete del mare sempre imperturbabile a tutto questo mondo che lotta e si scontra…..

Lui resta lì, s’infuria solo a suo piacimento, quando meno te lo aspetti…..

Arriva l’onda più alta che ti travolge e ti porta via…

Forse è l’onda giusta…quella che ti porta alla Locanda….

Chissà……

Ma tu l’hai mai trovata quell’onda?…..ti ha mai sbattuto contro?

E nei passi che si susseguono lasciando sulla sabbia orme che il mare cancellerà presto, seguo l’inserzione dei miei pensieri, senza arrivare all’origine…..

Chi tira le fila?


«Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così… Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No, sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai… Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male.

È lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare. Sai cos’è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate.

Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un’orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c’è un luogo al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta».


[Oceano Mare – Alessandro Baricco]


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